Sophia, la cantastorie, è una mia carissima amica.
Condivide con me moltissimi di racconti, che io, a mia volta, voglio condividere.
Sarà un epico viaggio alla scoperta del nostro favoloso mondo.

Kaleval, lo storico.

lunedì 21 novembre 2011

Luci nei cieli di Haar


C'è una regno sconfinato a sud del mondo, il regno di Haar.
È un regno enorme, grande almeno come il nostro impero. Un regno fatto di steppe sconfinate e foreste ricoperte di neve. Le montagne perennemente innevate sono ricoperte da immensi ghiacciai. Le lastre gelate declinano dolcemente dalle montagne rubando spazio alle pianure.
A differenza del nostro impero però le sue terre sono quasi del tutto disabitate, con l'eccezione di un popolo reso forte e fiero dalle difficoltà del clima.
Gli inverni sono lunghi e bui mentre durante l'estate la notte sembra non giungere mai.
Nelle lunghe notti invernali la terra diventa un'opera d'arte: betulle nelle pianure candide si riempiono di cristalli di ghiaccio, che risplendono debolmente alla luce stellare. Talvolta il cielo è dipinto da drappi di luce azzurra, verde e violetta, accompagnati da un debole canto.
Nelle limpide notti invernali si raccontano molte leggende sulle luci del cielo. I clan si ritrovano intorno al fuoco e lo sciamano, ispirato dalle fiamme, recita antichi canti sulle origini delle misteriose luci tra le stelle.
Sophia ne ha trascitto uno.

Inwer era molto giovane ma aveva iniziato presto ad esercitare autorità sul suo clan. Era molto saggio per la sua giovane età e aveva un temperamento fiero e deciso. Ma tutta la sua durezza si scioglieva come neve al primo sole estivo quando incontrava lo sguardo di Mileera, soprannominata cristallo del cielo, per via della luce che sprigionava dai suoi occhi.
I due erano promessi sposi, ma un giorno lei andò nel bosco in cerca di legna e non fece più ritorno.
Inwer, forte com'era, fece un disperato giuramento: finchè avrebbe avuto vita non avrebbe semesso di cercarla. Si mise in viaggio alla ricerca della sua amata. Passarono giorni, i giorni divennero mesi e i mesi divennero anni. Ogni tanto Inwer faceva ritorno al suo villaggio, ma dopo pochi giorni riaprtiva per la sua cerca. Non smise mai di cercarla, e quando sentì che si stava avvicinando la morte, implorò il cielo di dargli un segno della sua amata. Allora il cielo, forse mosso a pietà per lo sfortunato uomo, si riempì di drappi di luci scintillanti, che ricordarono subito a Inwer la luce negli occhi di Mileera.
Inwer si commosse e cantò alla promessa sposa una musica che celebrava il loro amore. Si dice che Inwer sia morto quella stessa gelida notte; il suo corpo non fu più rinvenuto.
Ancora oggi si racconta che quando i drappi nel cielo arrivano accompagnati da un canto, Inwer e Mileera si sono ritrovati.
Questa è la forza della promessa tra una donna ed un uomo.

giovedì 27 ottobre 2011

Il nuovo regno di Erian


C'è un regno che confina con la regione più selvaggia di Antaria oltre le lande a sud-est dell'Impero, scarsamente popolate e le ultime ad essere annesse.
Subito oltre la Palude di Drylak c'è un'ampia zona semi disabitata, in cui si sta costituendo un nuovo regno. Re Erian Hartaalan sta lentamente e faticosamente creando uno stato praticamente dal nulla. Il regno non ha ancora un nome anche se sta piano piano affermandosi il nome della capitale come simbolo della nuova nazione (Hartalaan, dalla discendenza di Erian).
A noi che viviamo al centro del nostro grande impero, queste storie di terre lontanissime, oltre i nostri confini, giungono alle nostre orecchie come un eco molto remoto.
Io conosco la stoira di Erian tramite Sophia. Sono stati compagni di viaggio e di molte avventure. Erian è stato anche compagno di una delle sue migliori amiche.
Il cuore di Erian batteva solo per Amaryllis, enigmatica e misteriosa donna. Si erano conosciuti e innamorati in un pericoloso viaggio nelle paludi di Drylak, dove lui ha guidato Sophia, Amaryllis e il suo gruppo. Dopo un periodo Amaryllis ed Erian si separarono e lei si accostò nientemeno che all'imperatore Andaril II. Erian non accettò la cosa e non smise di amarla, e giurò di fondare anche lui un regno per poter essere all'altezza del suo rivale in amore. Man mano che il tempo passava, Erian si rese conto che la sua missione andava ben oltre le sue mire personali. Iniziò a rendersi conto che amministrare uno stato richiedeva molte responsabilità.
Il regno di Hartaalan è situato in una zona molto pericolosa: è confinante con i territori dei famigerati Troll di pietra, creature bestiali, primitive e violente che più volte hanno attaccato gli stati confinanti arrivando a colpire anche le zone a sud dell'impero. Solo ostacoli naturali come la palude di Drylak, e il coraggio delle città di Erindalia e Twil'har li hanno respinti e tenuti fuori dalle nostre terre. Inoltre la zona è piuttosto fredda e continentale e gli inverni sono lunghi e difficili da superare.
Quando Erian incontrò Sophia, Amaryllis e il suo gruppo, stava intraprendendo una specie di viaggio mistico. Era in cammino verso Antaria dal regno di Haar, enorme stato a sud del mondo fatto di foreste e lande ghiacciate quasi disabitate. Aveva parlato con lo sciamano del suo villaggio che gli aveva predetto un destino lontano dalla sua terra e una grande responsabilità. Per questo la storia di Erian si intreccia con quella di Antaria.
Quando fondò Hartaalan numerose persone iniziarono a seguirlo, sperando di poter iniziare una nuova vita con la consapevolezza di creare qualcosa di nuovo e di costruirsi il proprio futuro. Tutti erano ben consci delle difficoltà, ma sono andati avanti lo stesso.
Unire molte persone sotto un unico ideale riesce soltanto a pochi, ed Erian è uno di questi.
Nonostante le rivalità iniziali il Regno di Hartaalan è un alleato dell'impero e al momento tiene i Troll di pietra lontano da noi.
Erian è un brav'uomo e non mancherò in seguito di raccontare la sua storia, o meglio, la parte della sua storia che Sophia mi ha confidato.

Conosco un frammento di una canzone popolare, originaria del regno di Haar, che Sophia aveva imparato da Erian. Ora so che viene tramandata nelle fredde praterie del nuovo regno di Hartaalan, nelle lunghe notti invernali intorno al tepore del fuoco.

La terra dura d'un tratto si copre
e la gelida notte ammanta i sogni del mondo.
Candore dal cielo purifica il cuore del viaggiatore più stanco.

La tiepida casa e il sussuro del legno
proteggono il sonno dal freddo sferzante.
Il vento ghermisce i villaggi, passa di fretta e poi tace.

Neve. Neve ricopre i miei passi
e tutto rinnova durante il riposo.
Il cielo ormai limpido orna di gemme il suo manto.

lunedì 22 agosto 2011

Le segrete trame del Millevolti

C'è una storia che si sussurra nei ricevimenti nobiliari di Antaria. Una storia misteriosa e molto poco conosciuta che narra di una strana creatura soprannominata il Millevolti. Se non fosse stato per Sophia, io probabilmente non ne saprei niente, o quasi. Anche Sophia non me ne ha parlato moltissimo. Pare che l'argomento non sia molto di suo gradimento. Eppure sono certo che sa molto di più di quello che mi ha raccontato. Lei, con le sue mille avventure e viaggi è davvero una fonte inesauribile di conoscenza. Proprio non so come abbia avuto a che fare con questo strano essere. So soltanto che è stato un suo avversario per lungo tempo. Suo e del suo gruppo di amici. Ora corre voce che sia morto, ma, considerata la natura elusiva di questo personaggio, io non ne sarei così sicuro.
Quella che segue è una sintesi di miei appunti, raccolti in modo disordinato di volta in volta quando sono riuscito a farmi raccontare qualche frammento di storia da Sophia.



Il millevolti è un essere assai oscuro. Non si sa da dove provenga nè quali siano i suoi scopi, ma pare che non sia un essere umano. Pare che sia anche una creatura particolarmente viziosa e dedita ai piaceri terreni. Potrebbe avere origini antichissime e potrebbe avere passato ere in stato dormiente, fino a risvegliarsi nella nostra civiltà. Si presenta come una persona normale e tra le sue peculiarità c'è quella di assumere i lineamenti che vuole a suo piacimento. Può trasformare il suo volto nel giro di brevissimo tempo. Per questo motivo è in grado di infiltrarsi ovunque e tessere trame di ogni genere che paiono essere le sue attività preferite. Fortunatamente non ama particolarmente muoversi in prima persona. Preferisce condurre una vita agiata tirando i fili della sua organizzazione e facendo agire in prima persona i suoi sottoposti. Questo perchè ama molto più organizzare intrighi che l'azione diretta.
Anche se comanda una folta schiera di assassini, non ha remore ad essere lui stesso a uccidere a sangue freddo. In particolar modo ama scendere in campo personalmente quando ritiene di avere subito un offesa personale, o il suo nemico ha mandato all'aria uno dei suoi piani. Temo che Sophia si sia casualmente trovata invischiata in uno dei suoi sotterfugi.

Tra i più sapienti o i più crudeli, in pratica i pochi che ne hanno sentito parlare, si ritiene che le sue orme si possano seguire nel corso della storia. Piccoli interventi, se paragonati a tutta la storia del mondo, ma che hanno influenzato alcuni avvenimenti nel corso del tempo.
Tutto ciò è arrivato fino alle orecchie dell'imperatore, che inutilmente ha tentato di dargli la caccia. Questo perchè nè Andaril I nè tantomeno suo figlio erano persone che permettevano a qulacuno di decidere in loro vece; di conseguenza mal tolleravano chi agiva nell'ombra e poteva influenzare il loro operato.

Le sue identità lo inseriscono sempre in posizioni di prestigio nella società, e si dice che il suo patrimonio sia immenso, anche se custodito e sparso in luoghi ben nascosti. L'ultima identità che ha assunto prima di morire, è stata quella di un ricco mercante d'arte. Si faceva chiamare Lord Maverik, e raccontava di avere fatto il marinaio prima di dedicarsi al commercio di opere. Viveva nel centro di Antaria. 
Parecchi decenni prima è stato un grande proprietario terriero nelle pianure a sud dell'impero. Questo lo so per certo perchè Sophia aveva trovato una sua "traccia" in un vecchio documento catastale.
Altri racconti di Sophia si fanno sfumati ed incerti; è difficile riportarli in modo coerente poichè tutto si fonde con ricordi dolorosi.

Per fortuna pare che il Millevolti sia morto, avrei davvero timore a pensare che chiunque incontro per strada potrebbe essere lui.





giovedì 4 agosto 2011

Drand il messaggero

Oggi mi sono svegliato con un'immagine in mente. Non riuscivo a togliermela dalla testa. Ho visto un uomo dall'aria familiare ieri sera. Poi non ci ho più pensato. Eppure oggi continuava ad affollare i miei pensieri. E se fosse Drand il messaggero?
Ho visto Drand solo una volta di sfuggita. L'ho icontrato tramite Sophia che lo conosce di persona. Non me lo ricordo molto bene, inoltre la persona che ho visto ieri non somigliava affatto a lui. Eppure questa associazione continua a rimanere dentro di me.
Sophia ha avuto modo di conoscerlo e di parlarci e mi ha detto che, tra le altre cose, è un maestro nell'arte di cammuffarsi.,Dove si prefigge di arrivare, arriva. Non esistono porte abbastanza sicure per le sue abilità. Ha molte capacità e sa infiltrarsi ovunque, come pochi altri al mondo.
Sophia mi ha raccontato che una volta è entrato addirittura nel palazzo imperiale per consegnare un messaggio, eleudendo tutta l'imponente sicurezza a guardia dell'edificio.
Non è solo un maestro della furtività, è profondamente devoto a tutta la natura, alle piante e agli animali. È così devoto da essere riuscito a carpirne i segreti ed entrare in contatto profondo con le forze naturali e i loro archetipi.
Questo è possibile perchè, oltre ad essere un infiltrato, è anche uno sciamano.
I pochissimi che ne hanno sentito parlare sostengono che sia il messaggero di una cerchia segreta di sacerdoti sparsi in tutto il mondo, profondamente legati alla Natura in tutte le sue forme. I rappresentanti di questo culto arcaico, restano in contatto tra loro e difendono e custodisocono una terra a cui si legano. Talvolta si ritrovano nei pressi di qualche bosco sacro o presso qualche fonte di buon auspicio. L' incontro è sempre rigorosamente segreto, per questo motivo si sa così poco di loro. In ogni caso il ritrovo avviene sempre in ambienti rurali o selvaggi poichè si dice che non amino molto gli spazi urbani.
Tempo fa mi è giunta voce dell'irritazione dell'imperatore che è entrato in contrasto con loro a proposito dell'abbattimento di alcuni boschi intorno ad Antaria per lasciare spazio a nuove terre agricole e villaggi. In ogni caso so per certo che, anche se non sono mancati momenti di tensione, molte volte questo gruppo ha collaborato con l'Impero contro nemici comuni.

Sophia mi ha confidato di essere una cara amica di una donna che fa parte di questa congrega.
Non esistono canzoni o racconti su questo argomento, o se esistono e li conosce, Sophia non me ne ha mai fatto parola.

Intanto io continuo a farmi una domanda:
ammettendo che fosse lui, che cosa ci faceva Drand nei pressi di Antaria?

domenica 31 luglio 2011

Trivaria

Trivaria è un'importante città a circa 350 miglia a sud di Antaria.
Ad Antaria ultimamente è in voga l'appellativo di "città gemelle" riferito alle due città, per via dell'assonanza di nomi, e anche perchè negli ultimi anni ci sono molte persone che emigrano da Trivaria verso la capitale. Sono per lo più giovani cavalieri che hanno abbracciato con entusiasmo le cause e gli ideali dell'impero. È proprio grazie alle giovani generazioni che le tensioni tra Trivaria ed Antaria si sono allentate negli ultimi anni. Ormai la gran parte dei cittadini di Trivaria si sente parte dell'impero.
Solamente le nobili famiglie di cavalieri di lignaggio più antico continuano a rimanere ostili ad Antaria; anche se non hanno un atteggiamento conflittuale vivono in modo isolato.

In realtà le due città gemelle non potrebbero essere più diverse: Antaria è una città di meraviglie e artisti, magia e giovani fermenti culturali con innumerevoli ville nobiliari e torri alte e snelle. Trivaria invece è formata per lo più da famiglie di prodi guerrieri e antiche casate cavalleresche, gli stemmi delle casate dividono la città in borghi, le case basse e massicce sono costruite per resistere anche alle macchine da assedio.
Antaria ha opere d'arte ovunque, a Trivaria si bada molto di più al senso pratico e le decorazioni sono poche.
Trivaria ha una mentalità conservatrice, anche se, bisogna ammetterlo, ad Antaria non c'è moltissimo spazio per chi esprime dissenso e non è allineato agli ideali dell'Impero.
Eppure molti giovani cavalieri sono partiti da Trivaria e sono andati in massa ad arruolarsi nei ranghi dei cavalieri di Antaria. Si può affermare con sicurezza che gran parte dell'esercito di Antaria proviene da Trivaria.

Purtroppo alcuni cavalieri non si sono adattati al nuovo corso delle cose e sono caduti in rovina. Le loro famiglie sono decadute, i loro beni perduti. Ora si aggirano in qualità di briganti nei dintorni della città e rapinano soprattutto i mercanti che provengono dalla capitale, verso la quale nutrono un odio profondo.
Fa tristezza al cuore vedere uomini di grande valore e tradizione cadere così in basso.

Questa canzone di Sophia è un'omaggio a questa antica e gloriosa città.

Trivaria, fondamenta possenti segnano
solchi profondi nel terreno polveroso,
tra i vicoli le voci delle incudini parlano.

Tra il cielo e la terra gli stemmi
orgogliosi delle antiche famiglie
cantano le gesta di un tempo che fu.

Di colpo un frastuono ricorda
il clamore di spade a cui segue
il silenzio del lutto.

la gioia di vivere in pace,
la forza di accettare la guerra,
segnano la dignità di una stirpe.

venerdì 29 luglio 2011

La leggenda del Grande Nero

Qualche decina di anni fa accadde un fatto memorabile. Fu un momento di grande difficoltà per l'impero, ma soprattutto per la città di Antaria.
L'istituzione dell'impero era nata da poco, era ancora giovane, e grandi e importanti città come Trivaria, Sinaril, Twil'har non gradivano il fatto di essere state incluse sotto la giurisdizione di Antaria, e richiedavano grandi margini di autonomia.
Fu proprio in questo periodo che come un fulmine a ciel sereno piombò su Antaria il Grande Nero.
Arrivò in una tarda notte di primavera e scatenò il panico, probabilmente attratto dalle grandi ricchezze che la città a capo dell'impero nascente stava accumulando.
Così venne per compiere la sua razzia.
Era imponente e gigantesco, uno dei rarissimi dragoni che popolano il mondo. Pochi credevano all'esistenza dei grandi draghi, esseri antichi e potenti, quanto rari, se non leggendari. Da secoli non se ne vedeva uno in questa zona del mondo.
Il dragone arrivò, le scaglie scure come la notte, ma brillante delle gemme incastonate sul suo corpo.
Per questo motivo venne chiamato "il Grande Nero".
Colpì il centro della città e i palazzi più importanti, spargendo fuoco e gas velenosi. Niente sembrava potersi opporre a lui.
Per fortuna la città, dopo un po' di smarrimento iniziale, seppe rispondere.
Con estremo coraggio e sacrificio, i cavalieri di Antaria, lo caricarono attaccandolo senza sosta nei momenti in cui si posava a terra.
Il Grande Nero fu preso di sorpresa, perchè l'imperatore Andaril I, possente arcimago e il gran sacerdote Victor lo sfidarono apertamente con i loro poteri, unendosi in battaglia e schierandosi nelle prime file dell'esercito.
Il dragone stordito e ferito fuggì via prima di soccombere.
Volò verso sud.
E fu così che l'imperatore Andaril I prese una coraggiosa decisione. Il dragone doveva essere finito affinchè non potesse riprendersi e in futuro tornare ad attaccare la città.
Inoltre, da grande statista qual'era, questa azione clamorosa doveva servire da monito ed esempio per le città che stentavano a riconoscere l'autorità dell'impero.
Andaril I decise in fretta. Con Victor, suo grande amico, partì immediatamente all'inseguimento. Percorsero centinaia di chilometri in pochi giorni. Cavalcarono verso sud seguendo il Grande Nero. Divorarono le grandi pianure a sud di Antaria, fino ad arrivare a un enorme cratere nel bel mezzo delle praterie. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: si dice che fu formato da un grande meteorite che cadde dal cielo quando gli uomini non camminavano ancora sulla terra.
Arrivato al cratere il Grande Nero si fermò. Andaril I e Victor lo seguirono e lo sfidarono a duello.
Il combattimento che ne seguì fu cruentissimo e fu seguito con meraviglia dagli abitanti del vicino villaggio di Arven, che ne diventarono involontari testimoni.
Lo scontro durò ore e si concuse con la morte del Drago. Anche l'imperatore, per qualche attimo, morì, o almeno così si racconta. Solamente le potenti arti curative di Victor, anche lui gravemente ferito nella battaglia, riuscirono a portarlo indietro tra i mortali.
Il drago prima di perire lanciò una tremenda e irripetibile maledizione.

Ancora oggi gli abitanti di Arven celebrano quest'evento, e le ossa del drago con le sue gemme incastonate che nessuno osa toccare, sono ancora visibili nel cratere chiamato oggi "Cratere del Grande Nero".
Per quanto riguarda la maledizione...diciamo che Sophia ne sa qualcosa, ma questa è un'altra storia che forse racconterò un'altra volta, o forse è meglio che prima o poi la racconti lei.

Sono molto famose le canzoni che celebrano questo epico duello. Sophia ne conosce alcune, che non esista a cantare anche in incontri non ufficiali.
Le è molto caro un canto di battaglia che serve a rincuorare gli animi afflitti e spaventati:


Un'ombra improvvisa comparsa dal nulla
la notte di colpo il cielo oscurò
nere le ali, nero il mantello
l'artiglio feroce scavò fino al centro del cuore.

Fuoco e rovina devastano il mondo
calano le ombre sulle mura
Il dragone sopra il cielo oscurato segue il richiamo
del suo empio corno di guerra
fino alla fine del mondo
e fino all'essenza del terrore

Ora fratelli, il sole sorge
e scintilla sulle nostre spade.
Fratelli, la vittoria è vicina.

<<Ti sfido, combatti, io sarò il tuo fato!>>
ma il grido di gloria mi strozza la gola
rubato dal nemico ormai vinto.

Le mani di luce mi chiamano
parole gentili e il dolore si placa.
Ora mi dicono dormi, riposa
ritorna ancora al tuo sonno.
la luce del giorno ti è stata donata
i tuoi occhi vedono ancora.
Un amico è meglio
che vincere cento battaglie.

mercoledì 27 luglio 2011

Il tempio dei due soli

Il tempio dei condottieri è uno degli edifici più importanti della città.
Pochi luoghi vantando un prestigio più grande. Forse soltanto il palazzo imperiale, l'accademia di magia e la sala del consiglio.
Il tempio è formato da due aree limitrofe a forma semisferica, una più grande e una più piccola, unite da una massiccio colonnato. La superficie delle sfere è di granito chiaro lucidato. È una vera opera d'arte.
Il tempio è il luogo dove si pregano gli Dei Condottieri. È detto anche il tempio dei due soli. Perchè le due sfere che lo compongono rappresentano proprio questo. I due soli che solcano il nostro cielo. I nostri amati Olison e Lehia. Olison, il più piccolo, a volte illumina nella notte la via dei pellegrini quando Lehia è già scesa dietro all'orizzonte.
Il tempio è anche la sede del tribunale. Nel tempio si amministra la giustizia. Solo i sacerdoti più saggi possono essere anche giudici e giuristi.
L'area più grande, dedicata a Lehia, il primo sole, è aperta ai numerosissimi fedeli e al culto. L'area più piccola, dedicata a Olison, è divisa in due parti: la sede di preghiera per i sacerdoti, e l'area dove si amministra la giustizia.
I nostri dei condottieri ci portano la luce, la vita e la ragione. Di conseguenza il tribunale e la giustizia vengono amministrati nel tempio.
Sophia ha numerosissimi canti che raccontano dei condottieri. Ogni tanto ne esegue anche qualcuno nel tempio, durante le cerimonie ufficiali.
La gente rimane rapita dalla sua voce. Quando canta lei il silenzio si fa assoluto.

Due soli nel cielo di antaria guidano il mondo.
La luce che ci scalda il cuore illumina una via più giusta.
Gli astri gemelli, diamanti nel cielo, si mostrano nel loro splendore.
Brillano e ostentano la loro bellezza, drappi di luce ricoprono la terra.
Nelle notti d'inverno tengo stretto il calore dentro di me
E la carezza dell'alba mi dice: << non ti ho abbandonato>>!
Io viaggio con te e seguo il sentiero
i miei passi sui solchi degli astri gemelli
Due soli nel cielo che guidano il mondo.
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