Sophia, la cantastorie, è una mia carissima amica.
Condivide con me moltissimi di racconti, che io, a mia volta, voglio condividere.
Sarà un epico viaggio alla scoperta del nostro favoloso mondo.

Kaleval, lo storico.

domenica 31 luglio 2011

Trivaria

Trivaria è un'importante città a circa 350 miglia a sud di Antaria.
Ad Antaria ultimamente è in voga l'appellativo di "città gemelle" riferito alle due città, per via dell'assonanza di nomi, e anche perchè negli ultimi anni ci sono molte persone che emigrano da Trivaria verso la capitale. Sono per lo più giovani cavalieri che hanno abbracciato con entusiasmo le cause e gli ideali dell'impero. È proprio grazie alle giovani generazioni che le tensioni tra Trivaria ed Antaria si sono allentate negli ultimi anni. Ormai la gran parte dei cittadini di Trivaria si sente parte dell'impero.
Solamente le nobili famiglie di cavalieri di lignaggio più antico continuano a rimanere ostili ad Antaria; anche se non hanno un atteggiamento conflittuale vivono in modo isolato.

In realtà le due città gemelle non potrebbero essere più diverse: Antaria è una città di meraviglie e artisti, magia e giovani fermenti culturali con innumerevoli ville nobiliari e torri alte e snelle. Trivaria invece è formata per lo più da famiglie di prodi guerrieri e antiche casate cavalleresche, gli stemmi delle casate dividono la città in borghi, le case basse e massicce sono costruite per resistere anche alle macchine da assedio.
Antaria ha opere d'arte ovunque, a Trivaria si bada molto di più al senso pratico e le decorazioni sono poche.
Trivaria ha una mentalità conservatrice, anche se, bisogna ammetterlo, ad Antaria non c'è moltissimo spazio per chi esprime dissenso e non è allineato agli ideali dell'Impero.
Eppure molti giovani cavalieri sono partiti da Trivaria e sono andati in massa ad arruolarsi nei ranghi dei cavalieri di Antaria. Si può affermare con sicurezza che gran parte dell'esercito di Antaria proviene da Trivaria.

Purtroppo alcuni cavalieri non si sono adattati al nuovo corso delle cose e sono caduti in rovina. Le loro famiglie sono decadute, i loro beni perduti. Ora si aggirano in qualità di briganti nei dintorni della città e rapinano soprattutto i mercanti che provengono dalla capitale, verso la quale nutrono un odio profondo.
Fa tristezza al cuore vedere uomini di grande valore e tradizione cadere così in basso.

Questa canzone di Sophia è un'omaggio a questa antica e gloriosa città.

Trivaria, fondamenta possenti segnano
solchi profondi nel terreno polveroso,
tra i vicoli le voci delle incudini parlano.

Tra il cielo e la terra gli stemmi
orgogliosi delle antiche famiglie
cantano le gesta di un tempo che fu.

Di colpo un frastuono ricorda
il clamore di spade a cui segue
il silenzio del lutto.

la gioia di vivere in pace,
la forza di accettare la guerra,
segnano la dignità di una stirpe.

venerdì 29 luglio 2011

La leggenda del Grande Nero

Qualche decina di anni fa accadde un fatto memorabile. Fu un momento di grande difficoltà per l'impero, ma soprattutto per la città di Antaria.
L'istituzione dell'impero era nata da poco, era ancora giovane, e grandi e importanti città come Trivaria, Sinaril, Twil'har non gradivano il fatto di essere state incluse sotto la giurisdizione di Antaria, e richiedavano grandi margini di autonomia.
Fu proprio in questo periodo che come un fulmine a ciel sereno piombò su Antaria il Grande Nero.
Arrivò in una tarda notte di primavera e scatenò il panico, probabilmente attratto dalle grandi ricchezze che la città a capo dell'impero nascente stava accumulando.
Così venne per compiere la sua razzia.
Era imponente e gigantesco, uno dei rarissimi dragoni che popolano il mondo. Pochi credevano all'esistenza dei grandi draghi, esseri antichi e potenti, quanto rari, se non leggendari. Da secoli non se ne vedeva uno in questa zona del mondo.
Il dragone arrivò, le scaglie scure come la notte, ma brillante delle gemme incastonate sul suo corpo.
Per questo motivo venne chiamato "il Grande Nero".
Colpì il centro della città e i palazzi più importanti, spargendo fuoco e gas velenosi. Niente sembrava potersi opporre a lui.
Per fortuna la città, dopo un po' di smarrimento iniziale, seppe rispondere.
Con estremo coraggio e sacrificio, i cavalieri di Antaria, lo caricarono attaccandolo senza sosta nei momenti in cui si posava a terra.
Il Grande Nero fu preso di sorpresa, perchè l'imperatore Andaril I, possente arcimago e il gran sacerdote Victor lo sfidarono apertamente con i loro poteri, unendosi in battaglia e schierandosi nelle prime file dell'esercito.
Il dragone stordito e ferito fuggì via prima di soccombere.
Volò verso sud.
E fu così che l'imperatore Andaril I prese una coraggiosa decisione. Il dragone doveva essere finito affinchè non potesse riprendersi e in futuro tornare ad attaccare la città.
Inoltre, da grande statista qual'era, questa azione clamorosa doveva servire da monito ed esempio per le città che stentavano a riconoscere l'autorità dell'impero.
Andaril I decise in fretta. Con Victor, suo grande amico, partì immediatamente all'inseguimento. Percorsero centinaia di chilometri in pochi giorni. Cavalcarono verso sud seguendo il Grande Nero. Divorarono le grandi pianure a sud di Antaria, fino ad arrivare a un enorme cratere nel bel mezzo delle praterie. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: si dice che fu formato da un grande meteorite che cadde dal cielo quando gli uomini non camminavano ancora sulla terra.
Arrivato al cratere il Grande Nero si fermò. Andaril I e Victor lo seguirono e lo sfidarono a duello.
Il combattimento che ne seguì fu cruentissimo e fu seguito con meraviglia dagli abitanti del vicino villaggio di Arven, che ne diventarono involontari testimoni.
Lo scontro durò ore e si concuse con la morte del Drago. Anche l'imperatore, per qualche attimo, morì, o almeno così si racconta. Solamente le potenti arti curative di Victor, anche lui gravemente ferito nella battaglia, riuscirono a portarlo indietro tra i mortali.
Il drago prima di perire lanciò una tremenda e irripetibile maledizione.

Ancora oggi gli abitanti di Arven celebrano quest'evento, e le ossa del drago con le sue gemme incastonate che nessuno osa toccare, sono ancora visibili nel cratere chiamato oggi "Cratere del Grande Nero".
Per quanto riguarda la maledizione...diciamo che Sophia ne sa qualcosa, ma questa è un'altra storia che forse racconterò un'altra volta, o forse è meglio che prima o poi la racconti lei.

Sono molto famose le canzoni che celebrano questo epico duello. Sophia ne conosce alcune, che non esista a cantare anche in incontri non ufficiali.
Le è molto caro un canto di battaglia che serve a rincuorare gli animi afflitti e spaventati:


Un'ombra improvvisa comparsa dal nulla
la notte di colpo il cielo oscurò
nere le ali, nero il mantello
l'artiglio feroce scavò fino al centro del cuore.

Fuoco e rovina devastano il mondo
calano le ombre sulle mura
Il dragone sopra il cielo oscurato segue il richiamo
del suo empio corno di guerra
fino alla fine del mondo
e fino all'essenza del terrore

Ora fratelli, il sole sorge
e scintilla sulle nostre spade.
Fratelli, la vittoria è vicina.

<<Ti sfido, combatti, io sarò il tuo fato!>>
ma il grido di gloria mi strozza la gola
rubato dal nemico ormai vinto.

Le mani di luce mi chiamano
parole gentili e il dolore si placa.
Ora mi dicono dormi, riposa
ritorna ancora al tuo sonno.
la luce del giorno ti è stata donata
i tuoi occhi vedono ancora.
Un amico è meglio
che vincere cento battaglie.

mercoledì 27 luglio 2011

Il tempio dei due soli

Il tempio dei condottieri è uno degli edifici più importanti della città.
Pochi luoghi vantando un prestigio più grande. Forse soltanto il palazzo imperiale, l'accademia di magia e la sala del consiglio.
Il tempio è formato da due aree limitrofe a forma semisferica, una più grande e una più piccola, unite da una massiccio colonnato. La superficie delle sfere è di granito chiaro lucidato. È una vera opera d'arte.
Il tempio è il luogo dove si pregano gli Dei Condottieri. È detto anche il tempio dei due soli. Perchè le due sfere che lo compongono rappresentano proprio questo. I due soli che solcano il nostro cielo. I nostri amati Olison e Lehia. Olison, il più piccolo, a volte illumina nella notte la via dei pellegrini quando Lehia è già scesa dietro all'orizzonte.
Il tempio è anche la sede del tribunale. Nel tempio si amministra la giustizia. Solo i sacerdoti più saggi possono essere anche giudici e giuristi.
L'area più grande, dedicata a Lehia, il primo sole, è aperta ai numerosissimi fedeli e al culto. L'area più piccola, dedicata a Olison, è divisa in due parti: la sede di preghiera per i sacerdoti, e l'area dove si amministra la giustizia.
I nostri dei condottieri ci portano la luce, la vita e la ragione. Di conseguenza il tribunale e la giustizia vengono amministrati nel tempio.
Sophia ha numerosissimi canti che raccontano dei condottieri. Ogni tanto ne esegue anche qualcuno nel tempio, durante le cerimonie ufficiali.
La gente rimane rapita dalla sua voce. Quando canta lei il silenzio si fa assoluto.

Due soli nel cielo di antaria guidano il mondo.
La luce che ci scalda il cuore illumina una via più giusta.
Gli astri gemelli, diamanti nel cielo, si mostrano nel loro splendore.
Brillano e ostentano la loro bellezza, drappi di luce ricoprono la terra.
Nelle notti d'inverno tengo stretto il calore dentro di me
E la carezza dell'alba mi dice: << non ti ho abbandonato>>!
Io viaggio con te e seguo il sentiero
i miei passi sui solchi degli astri gemelli
Due soli nel cielo che guidano il mondo.

La palude di Drylak

Il nostro impero è molto molto vasto. Alcune zone sono ancora molto poco abitate, soprattutto nel sud, dove le temperature diventano più rigide e il tempo più inclemente.
Al confine sud-est dell'impero, oltre la città di twil'har c'è un'enorme palude che segna il confine naturale con l'impero.
Si chiama Palude di Drylak, e si racconta che sia nata dal prosciugarsi di un enorme lago presente nell'antichità. Io non ci sono mai stato, invece Sophia nei suoi viaggi ci è entrata, e ha composto molti racconti e canti che narrano di questa palude così lontana, tanto che anche i cittadini che vivono qui, tranquilli, al centro dell'impero, iniziano a conoscerla.
Non si sa se sia vera la leggenda del lago prosciugato, e cosa lo abbia portato a ritirarsi. Certo è che la palude è presente e condiziona tutta quell'area. Persino i fieri guerrieri di Twili'har, che tanti problemi hanno causato all'impero con le loro richieste di indipendenza, non viaggiano in quella direzione e hanno timore di entrarci.
Si dice che esseri strani stirsicino là dentro tra rare rovine di civiltà dimenticate.
E la nebbia! Il racconto che mi ha fatto Sophia della nebbia è agghiacciante!
La nebbia è sempre presente e porta a perdersi anche la migliore delle guide. Si dice che sia un'entità a se stante che ammalia la mente dei viandanti. È un paesaggio che entra nella mente con i suoi suoni e le sue luci ovattate, e fatica a uscirne.
Mi ricordo ancora qualche pezzo di una storia che mi ha raccontato Sophia.

... cammina cammina cammina. L'importante è proseguire un passo dopo l'altro. I piedi affondano nel fango, ma non importa. Non mi interessa. Ciò che voglio è solo andare avanti ed andarmene di qui. Un passo, un passo, un'altro ancora. Uno dopo l'altro. Cammina e vai avanti. Tutto è uguale qui. Fango e nulla. Un nulla fatto di meno di dieci metri intorno a me. Questo è il mio orrizzonte. Dieci metri e poi nulla. Oppure dieci metri sempre uguali ripetuti all'infinito. Un passo, un passo, un'altro ancora. Resta concentrata. Sono stanca di stare qui, solo nebbia e fango ovunque. Da quanto va avanti? Giorni? Settimane? Sento che il tempo sta perdendo significato. La nebbia è ovunque, non è mai calata e il mio mondo ormai è solo dieci metri intorno a me. Mi ci sto abituando ormai. Dieci metri. In fondo è quasi rassicurante, è come essere in una culla. Inizio a chiedermi se questa nebbia esiste davvero oppure ormai è entrata nella mia testa. Quasi mi rassicura... concentrati! Un passo, un passo, un altro ancora...

sabato 9 luglio 2011

Antaria

Antaria dalle grandi mura. La capitale dell'impero.
Sophia voleva andarci a vivere fin da bambina.
La città da più di trent'anni è al culmine della sua gloria. Per quelli come me che ci hanno vissuto a lungo, perde un po' di fascino, ucciso dalla quotidianità. Ma quando mi capita di tornarci rimango ancora stupito dall'armonia delle grandi mura, così resistenti eppure così slanciate. Dalla forma triangolare, simbolo del centro del mondo.
La città di antaria è davvero il centro del mondo. Ci puoi trovare chiunque. Ma non è certo per tutti! Il benessere ha un costo e la vita è parecchio cara. Ma se riesci a viverci, qui puoi essere in contatto con le menti più illuminate.
Non credo esista un altro luogo simile sulla terra, così vivo, così maestoso, così brulicante di arte e cultura.

Sophia, la mia carissima amica cantastorie, mi ha raccontato una leggenda, quando lavoravamo insieme alla corte dell'imperatore. È solo una delle tantissime che lei mi raccontava e io trascrivevo. Quando ci rivediamo, ancora oggi non manca mai di deliziare le nostre orecchie con una delle sue canzoni. Si siede vicino al focolare, il colore delle fiamme si confonde con i riflessi dei suoi capelli; la gente intorno immediatamente fa silenzio. E ascolta.
Lei inizia a cantare e le immagini sembrano scaturire dal fuoco stesso.

Non si sa quando Antaria nacque, ma si dice che la sua storia si perda nella notte dei tempi. Una piccola città, destinata a diventare possente. La cintura di antaria la cinge con le sue dolci colline. La leggenda narra che un tempo era l'anfiteatro degli Dei. E la città era il palcoscenico.
Ancora oggi gli spiriti degli Dei camminano su questa terra, nascosti da un velo remoto di desiderio sospeso fuori dal tempo.
Antaria è il centro del mondo e qui loro arrivarono per primi. Prima che il primo degli uomini vedesse la luce dei soli.
La terra stessa è intrisa di magia, le forze e i flussi dell'universo si incontrano e convergono nelle tre punte della città.
Antaria dalle belle mura, città potente, hai rapito il mio spirito. Ma lacrime solcheranno il mio viso e un grande dolore sarà difenderti, al fianco di cavalieri dall'armatura splendente.
Grande impero allo zenith del tuo splendore. Grandi imprese ti attendono e minacce tramano nell'ombra.
Cambierà questa era e i tempi cambieranno. Gli Dei cammineranno di nuovo sulla terra. E portando ancora nel cuore la loro città, faranno ritorno a casa.
Antaria dalle belle mura. Possano le lucenti armature dei tuoi cavalieri farti risplendere.
Possa la saggezza e la magia dei tuoi signori guidarti nelle difficoltà.
Possa la forza del tuo imperatore portare la giustizia tra gli uomini.


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